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Ci troviamo a Castelpoto, un borgo in provincia di Benevento. Siamo approdati nella regione Campania per assistere al primo format-evento “IMBORGHIAMOCI“. Il Format unisce la cultura dei Borghi e il Turismo Itinerante, alla scoperta del territorio. Curiosi di vedere un nuovo borgo a noi sconosciuto che alla fine dei 3 giorni ci stupirà.

È un comune che sorge nel cuore del Parco del Taburno Camposauro, noto, oltre che per il suo Borgo Fantasma, soprattutto per la tipica salsiccia rossa, un salume stagionato iscritto nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione Campania, la cui origine risale all’Alto Medioevo.

In questi 3 giorni oltre ad aver partecipato alla visita guidata del Borgo, visitato l’ Azienda Agricola Tedino che produce la famosa Salsiccia Rossa e degustato dell’ottimo vino alla Masseria di Maria, abbiamo anche partecipato alla presentazione del progetto “un’area di sosta camper per il borgo” che il comune inserirà nell’offerta turistica per il turismo itinerante.

Il borgo medievale di Castelpoto

Durante il nostro soggiorno abbiamo potuto conoscere, con una visita guidata, la storia del borgo. Nel medioevo la città è stata oggetto di lotte tra i Goti e i Bizantini e anche i Franchi di Carlo Magno hanno provato a conquistarla senza mai riuscirci. La fondazione del sito risale all’epoca sannitico-romana, prima di svilupparsi sotto i Normanni e i Longobardi.

Il Borgo medievale di Castelpoto oggi è un agglomerato di edifici diroccati da diversi decenni in attesa di riqualificazione. L’ingresso al borgo passa sotto l’arco del Palazzo Ducale dove svetta la torre dell’Orologio, le cui lancette si sono fermate alle 13:13.

Il destino del borgo non è stato clemente e ha messo a dura prova la sopravvivenza del borgo. Prima dello spopolamento di fine ‘900 il borgo è stato flagellato da peste nel ‘600 e un grave terremoto. Nell’800 fu il turno del colera e durante la Seconda Guerra Modiale subì un pesante bombardamento. Il colpo di grazia avvenne quando due sismi, nel 1962 e nel 1980, resero inagibili le antiche case del borgo.

Luoghi di interesse

  • Centro storico, tipico abitato longobardo con vicoli stretti e tortuosi e case in pietra lavorata;
  • Castello
  • Palazzo Ducale appartenuto ai duchi Bartoli;
  • Chiesa parrocchiale di S. Nicola da Mira, costruita nel 1698 e benedetta dal cardinale Vincenzo Maria Orsini, futuro Papa Benedetto XIII
  • San Laureato martire, santo unico in tutto il mondo e venerato solo a Castelpoto, di cui si conservano le reliquie. È protettore contro il colera
  • Parco Sant’Andrea in cui sono presenti i resti della Chiesa rurale di S. Andrea apostolo, sorta sull’antico tempio della dea Giunone e sconsacrata nel 1692
  • Museo etnografico di Castelpoto
  • Ponte romano delle Maurelle, situato presso il fiume Calore e su cui transitava la Via Latina, asse di collegamento in antichità tra Roma e Benevento
  • Monumento nazionale ai valani

La salsiccia rossa

La salsiccia rossa di Castelpoto ha origine nell’Alto Medioevo, si caratterizza per l’impiego di polvere di papauli (peperoni, dolci o piccanti) che si aggiungono all’impasto conferendo un intenso colore rosso al salume. La polvere si prepara frantumando peperoni piccoli, quelli infilati con ago e filo in collane e poi appese ad essiccare all’aria in un luogo ombroso. Dopo la tostatura in forno a legna, alimentato con legno d’ulivo e quercia, sono macinati manualmente, sino ad ottenere una polvere finissima. I tagli di carne di suino utilizzati sono costituiti da parti nobili come prosciutto, spalla e capocollo, mondati, macinati grossolanamente e impastati eventualmente con la pancetta. All’impasto si aggiungono poi sale marino, polvere di peperone dolce o piccante, finocchietto selvatico, pepe tritato o in grani e “acqua agliata”. Quest’ ultima si prepara schiacciando spicchi di aglio e lasciandoli macerare in acqua potabile per 3-12 ore. La produzione della salsiccia rossa di Castelpoto, realizzata senza conservanti, antiossidanti o altri additivi chimici, avviene da ottobre ad aprile.

La salsiccia, chiamata anche capuzziello, è pronta per il consumo dopo circa 30-40 giorni. La salsiccia rossa di Castelpoto può essere consumata tal quale, come antipasto o aperitivo; può essere anche utilizzata per la realizzazione di rustici, pizze salate o, come ingrediente sulla pizza. Si può usare inoltre come condimento della pasta fatta in casa, ad esempio dei fusilli.

La Salsiccia rossa di Castelpoto può essere dolce o piccante. Si abbina con formaggi stagionati, pane casereccio e vini rossi corposi. Dove acquistarla? Dall’Azienda Agricola di Giuseppe Tedino Via Campilongo, 25 Castelpoto (Bn) Tel. 340 3629691 tedinogiuseppe@gmail.com,


Per questa bellissima esperienza ringraziamo Camper Magazine Tv e Camper Magazine Club (che trovate su Facebook e Instagram) per averci incluso in questo progetto. Ringraziamo il comune di Castelpoto per averci ospitato. La protezione civile per averci assistito.

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